Dicono che viaggiare apra la mente.
La verità è che oggi, nonostante tutto, amo immensamente viaggiare. Mi emoziona sempre tantissimo.
Ma devo ammettere, che non ho da sempre un buon rapporto con i viaggi, anzi, ho spesso vissuto la questione dello spostamento e dei mezzi di trasporto con una certa ansia. Da bambina non riuscivo nemmeno ad andare da Ciserano ad Arcene (2 km scarsi per intenderci) in macchina, che avevo bisogno di un sacchetto perché non mi sentivo bene.
I viaggi dell’infanzia li ho praticamente passati dormendo, grazie ai miei fidatissimi amici Travelgum e Xamamina per il mal d’auto, di pullman di pedalò e di tutto ciò che fosse dotato di movimento. Poi, un giorno, è successo qualcosa.
Mentre ero in barca, mi sono accorta di non aver messo i braccialetti per il mal di mare, ed ormai avevo navigato, mangiato e bevuto abbondantemente. Stavo bene. Tanto bene. Mi ero persa guardando il paesaggio, tuffandomi dalla barca e mangiando le prelibatezze di pesce che aveva preparato il gentilissimo signore che ci accompagnava in escursione.
Forse era davvero solo una questione di testa?
Cristina Young, in una puntata di Grace Anatomy, ha detto: “la mente domina la materia”. Probabilmente, quel giorno è andata davvero così.
Sta di fatto, che da quel momento, ho iniziato a godere anche del viaggio, non solo della meta. Alcune volte è stato lungo e faticoso, ma altre volte sorprendente ed affascinante.
Quello che so, è che non ho più smesso di guardare fuori dal finestrino. Che fosse di una macchina, di un treno e non ci crederete ma anche di un aereo (con tutti gli escamotage del caso).
A questa sensazione liberatoria, voglio dedicare un piatto che mai avrei pensato di mangiare, ma che mi ha fatto strabuzzare gli occhi fin dal primo boccone.
Era qualcosa di troppo diverso da quello a cui ero abituata, con un ingrediente così inusuale che mai avrei pensato potesse piacere proprio a me.
Ma anche in questo caso, come mi è successo con i viaggi, mi è bastato distrarmi. Dimenticare ciò che era la consuetudine.
E mi sono accorta, di essere innamorata di quello che stavo mangiando.
Si trattava di una crema di carote e latte di cocco.
Così ho preparato una versione leggermente modificata rispetto all’originale e ne è uscita una Zuppa Thai con carote, zucca, latte di cocco, avocado e scalogno spadellato.
La canzone che vi consiglio di ascoltare mentre cucinate questo piatto è Different di Hippie Sabotage
ZUPPA THAI (ricetta vegana, senza glutine e senza lattosio)
Ingredienti
PER LA VELLUTATA
- 500 gr di zucca mantovana pulita
- 250 gr di carote
- 3 cucchiai di latte di cocco
- 1 cucchiaio di curry in polvere
PER GUARNIRE
- 2 scalogna medi
- 2 cucchiai di semi di zucca
- 3 cucchiai di latte di cocco
- 6 foglie piccole di basilico thai
- sale e pepe
- olio di riso
Preparazione
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Tagliate a cubetti la zucca e le carote. Mettetele in pentola e coprite con acqua fredda. Portate a bollore, abbassate la fiamma e fate cuocere per 20 minuti.
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Nel frattempo tagliate in 8 gli scalogni e fateli soffriggere a fuoco medio con 2 cucchiai di olio di riso, sale e pepe. Dopo 5 minuti girateli e aggiungete poca acqua per farli cuocere bene. Tagliate a fette l'avocado e condite con poco olio, sale e pepe.
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Frullate il composto di zucca e carote, aggiungete il curry, il latte di cocco ( ricordatevi di tenere 2/3 cucchiai da parte per guarnire) e regolate di sale e pepe.
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Servite la vellutata in una ciotola, guarnite con un un cucchiaino di latte di cocco, semi di zucca e basilico thay.
Appoggiate al centro 2 pezzi di scalogno, al lato 3 fette di avocado e spolverate generosamente con il pepe.