Da piccola giocavo in cortile. Sono diventata grande in cortile. Un cortile senza portone, ma mai una volta abbiamo pensato di scappare dalle nostra tana dei giochi. Uno spazio protetto, ma con mille anfratti dove giocare, inventare storie fantastiche, travestirci e perfino organizzare mercatini dell’usato con tonnellate di fumetti di Topolino e vecchi giocattoli che avevamo in soffitta.
Per anni, io, Alessandra e Michela, ci siamo incontrate nel pomeriggio per giocare insieme, fino a che qualche mamma o nonna non urlava “ è prontooooo”, allora scappavamo tutte a cena. Mangiavamo di corsa per poter uscire a divertirci ancora un oretta.
Credo di aver giocato con le Barbie ed a Sailor Moon per mesi interi. Con il bastone in compensato che mi aveva costruito mio zio, interpretavo sapientemente Sailor Plutone.
Per fortuna non c’erano gli I-phone, se no ci sarebbero stati parecchi filmati imbarazzanti in cui si decidevano le trame iniziando con frasi tipo: “facciamo che io sono Sailor Pluto e tu sei Morgana e ti trasformi”. Altro che beautiful…
E le ore spese a giocare a MONDO. Quando non avevamo i gessetti lo disegnavamo per terra con pezzi dei mattoni che trovavamo in giro per il cortile. Credo sia sottointeso, ma il termine PERTERRA (tutto attaccato) è sempre stata la regola base per giocare in cortile. Credo che ad un certo punto, la mia mamma si sia rassegnata al fatto che per farmi vivere un’infanzia felice sarebbero servite parecchie lavatrici.
E le serate passate a giocare a nascondino, a schiaccia sette ed a cantare le hit anni 90 come se fossimo al Festival Bar. Ci fermavamo solo per mangiare un ghiacciolo e riprendere fiato.
Ma che ne sanno davvero i 2000. Di noi senza cellulari, che andavamo a suonare al campanello delle vicine di casa per giocare. Che personalizzavamo le magliette bianche con i pennarelli e andavamo con i pattini.
Noi con le case che profumavano sempre di cibo. Al forno, fritto o in un pentolone. Perché la mia infanzia profuma di casa e ginocchia sbucciate. Ancora oggi la mia casa profuma di cibo, semplice e confortante.
Una zuppa di porri e patate con un tocco piccante perché crescendo ho imparato a mixare buone vecchie abitudini e nuove scoperte.
La canzone che vi consiglio di ascoltare mentre preparate questo piatto è In my place dei Coldplay.
CREMA DI PORRI E PATATE CON RISO VENERE AL PEPERONCINO (ricetta vegan, senza lattosio e senza glutine)
Ingredienti
PER LA VELLUTATA
- 600 gr di patate
- 190 gr di porri
- sale e pepe
- olio evo
PER IL RISO
- 140 gr di riso venere integrale 1 bicchiere
- peperoncino
- erbe essiccate
- olio evo
- sale
PER GUARNIRE
- scalogno essiccato in fiocchi
Preparazione
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In una casseruola mettete il riso con 2 bicchieri di acqua, portate a bollore, abbassate la fiamma e coprite fino a che l'acqua si sarà completamente assorbita (circa 30 minuti).
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Tagliate pezzi grossi ma regolari il porro e le patate sbucciate. Fate stufare il porro con un filo di olio evo, dopo 2 minuti aggiungete le patate. Insaporite altri 2 minuti, poi coprite con acqua fredda e portate a bollore.
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Quando le patate saranno morbide frullate il composto fino ad ottenere una crema omogenea. Rimettete sul fuoco e regolate di sale e pepe.
Insaporite il riso venere con un pizzico di peperoncino e le erbette essiccate.
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Impiattate mettendo 2 mestoli di crema nel piatto, posizionate al centro 2 cucchiai di riso venere. Completate con un giro d'olio a crudo ed i fiocchi di scalogno.