Il nostro primo ristorante stellato.
È stato il mio regalo di compleanno per Carlo. Era parecchio che ne parlavamo, e Cracco in quel periodo, grazie alla visibilità data da Masterchef era dappertutto. Perfino sulla carta delle patatine.
IL RISTORANTE:
Questo, in realtà è più un ricordo, perché quando siamo andati noi, il ristorante, era ancora in via Victor Hugo. Ricordo che dalla strada, si potevano scorgere solo l’insegna e la reception. Il ristorante vero e proprio si sviluppava in basso. Due piani, molto ben illuminati, lasciavano spazio ad ampi tavoli rotondi, immersi in un atmosfera formale e molto silenziosa.
La tavola elegantemente apparecchiata, i tovaglioli ed i sottopiatti con la firma dello chef ricamata. Lo staff estremamente gentile e coordinato, si è dimostrato disponibile ad ogni richiesta, soprattutto a quelle di due novellini come noi.
IL CIBO:
Il cameriere, ci accoglie subito con finger food e pane di vario tipo. Di patate, di semola rimacinata, al burro ed all’olio.
Poi è stata la volta dell’ amuse bouche, l’insalata russa caramellata.
Insalata russa racchiusa in un sottilissimo velo di zucchero. Io che adoro il contrasto dolce salato l’ho davvero trovato un abbinamento eccezionale.
Noi, non abbiamo seguito un menù degustazione, ma abbiamo scelto di mangiare alla carta. Il problema, in questi casi è sempre lo stesso. Cercare di trovare qualcosa che non ti interesserebbe provare. Io per indole prenderei sempre uno di tutto.
Dovendo scegliere, però, ho provato quello che pensavo, sarebbe stato in grado, di farmi provare qualcosa di nuovo e farmi capire l’idea di cucina dello chef Cracco.
Quindi un piatto con l’uovo non poteva mancare, anzi due.
Il mio, “come una zuppa pavese” con tuorlo fritto su crostone di pane e taleggio, inondato da ristretto di manzo.
E quello di Carlo , “Spaghetti di tuorlo d’uovo marinato con salsa di pomodoro”. Una libidine. Vi dico solo che di questo piatto abbiamo fatto il bis.
Anche io, ho voluto provare una pasta particolare, i fusilli al plancton. Essenziali e dal gusto di amare, quello vero. È stato bello poter dare un sapore al mare. L’ho sempre sentito dire, ma non mi ero mai veramente resa conto di quale fosse. Con questo piatto, finalmente ho capito.
Dopodiché è stata la volta di un classico, filetto di branzino, eccezionale nella sua semplicità. La nota particolare è stata conferita dagli acini d’uva ed i porcini che lo accompagnavano.
Ed infine il dolce. Un trionfo di mais in crema e croccante, gelato al caramello, semifreddo al cioccolato e salsa di mango. Ed io, in quel momento, ho pensato che fosse la perfetta conclusione, ma mi sbagliavo, non avevamo ancora concluso. Mancavano la piccola pasticceria e la frutta essiccata.
E poi? Beh, una capatina in cucina, per stringere la mano allo Chef, non ce la siamo certo fatta scappare. Estremamente disponibile e sorridente. Però, non ce la siamo sentita di chiedere la foto, abbiamo fatto i bambini che si vergognavano.