Con le vacanze on the road ci abbiamo preso un certo gusto, così, dopo l’Olanda ( QUI trovate la parte 1 e QUI trovate la parte 2), abbiamo deciso di esplorare anche il Portogallo. Devo però fare una doverosa premessa raccontandovi questa cosa…il primo giorno in portogallo ho pianto, pianto disperatamente dalla mattina alla sera. Ho avuto un attacco di panico durante il volo di andata (cosa che non mi succedeva da tanto tanto tempo) che mi ha sicuramente destabilizzata, ma cosa ben più importante, mi sono lasciata influenzare dalle mie aspettative. Dal Portogallo mi aspettavo tanto, forse anche troppo. Mi aspettavo qualcosa che non era in grado di darmi, perché frutto di una favola solo mia. Solo io potevo cambiare la prospettiva da cui stavo guardando le cose e quando ho buttato le aspettative su per il camino, ho davvero iniziato ad apprezzare questo paese. Ecco come è andata…
Al nostro arrivo Porto, ci ha accolti con una buona dose di vento e tempesta (siamo stati costretti a prendere il taxi per fare i 300 mt che ci separavano dal noleggio auto, tanta era la pioggia), così ci siamo limitati al ritiro della macchia per poi rifugiarci in un centro commerciale, per rifocillarci e fare una bella spesa, visto che, per tutta la settimana avevamo preso in affitto una casa.
Poi ci siamo rimessi in marcia per fare i 300 kg che ci separavano da Venda Do Pinheiro, una minuscola località a 20 minuti da Lisbona. Sulla strada tanta natura ma anche tante case arroccate e fatiscenti, mi hanno dato l’idea di trascuratezza…
La casa che ci attendeva, presa su air b&b, era piccola ed immersa nel verde. La mattina i suoni che ci coccolavano, erano il cinguettio degli uccelli e le campanelle delle caprette che pascolavano nel prato di fronte. Ed anche il rumore delle zampotte di Fred, il fantastico bassotto dei proprietari che infilava il naso sotto la porta e si faceva sentire perché voleva le coccole.
Giorno 1, sveglia naturale e la partenza alla scoperta di Lisbona. Una città tutta in salita (portatevi delle scarpe comode), fatta di tram pittoreschi, palazzi con le facciate ricoperte di azulejos, vicoli stretti e negozi pieni di sardine, sgombri e bacalhau (l’onnipresente Baccalà) a perdita d’occhio.
Il bacalhau, è stato anche il primo piatto che ho assaggiato. Nel mio caso era cotto al vapore, disteso su un letto di patate e spinaci al burro, innaffiato con una generosissima dose di olio evo e guarnito con l’aglio fritto. Un piatto decisamente corposo e molto condito. Non il mio preferito, ma di certo tipico.
Passeggiando sul lungomare dopo pranzo, con in mano un gelato alla guava (secondo la signora che me lo ha venduto era un gelato “molto sexy”), siamo stati attratti da una grade statua con le braccia spalancate dall’altra parte del canale. La statua del Cristo Rei. Così siamo risaliti in macchina ed abbiamo attraversato il ponte del 25 Aprile, un mastodonte in ferro che passando sul fiume Tago collega Lisbona alla città di Almada. Da lassù, il silenzio ed il panorama, hanno reso quella piccola gita quasi surreale.
Giorno 2 Cascais. I piedi nell’oceano freddissimo ed un lungo respiro, mi hanno rimessa in pace con il mondo. Ho iniziato a fare la pace con questo paese, sul quale avevo buttato tante, troppe aspettative delle quali mi sarei dovuta liberare per iniziare a viverlo davvero.
Una passeggiata sul mare poi al riparo dal vento tra le vie dalla pavimentazione a mosaico ed infine un buonissimo dolcino portoghese a base di arance e mandorle.
Poi di nuovo in macchina verso la Boca do inferno, una spaccatura nella costa con un nome tanto cupo ma che in realtà si è rivelato posto tanto pieno di pace.
Quando il mare è particolarmente arrabbiato, l’acqua, si riversa con tutta la sua furia all’interno di questa insenatura e si infrange con forza sulle pareti, producendo un soffio nebulizzato che esce dall’alto, producendo un suono roco, simile ad un gemito umano.
Qui il rumore delle onde, la potenza del vento ed il silenzio la fanno da padroni. La maestosità e la bellezza della naturali erano lì ad un passo da me. Che pace. Uno dei momenti più belli trascorsi in Portogallo.
Giorno 3 Berlenga. La prima riserva naturale al mondo, merita assolutamente una visita, Ci si arriva con un viaggio di 25 minuti in gommone (A/R 21€ a persona) saltando tra le onde, passando da fragorose risate ad urli per gli schizzo d’acqua gelida. Al nostro arrivo abbiamo trovato un ‘isola preservata in tutta la sua bellezza, (non ci sono hotel ma solo un bar ed una zona attrezzata con bagno e cucina per i campeggiatori), ci siamo arrampicati su per la montagna circondati dai Gabbiani che in alcuni momenti sembravano quasi voler parlare con noi, per poi riscendere fino al forte di São João Baptista. Incredibilmente suggestivo, con la sua passerella a picco sul mare. La pace e la bellezza di posti come questo è impagabile.
Giorno 4 la meravigliosa Óbidos a circa un’ora di macchina da Lisbona. Sarete rapiti da questo piccolissimo borgo medievale, già uscendo dall’autostrada, perché vi troverete di fronte il la parte fortificata della città. Passeggiando tra le piccole vie, con gli edifici contornati da cornici di colore blu e giallo senape, si trovano negozietti di prodotti tipici e tanto, tanto il liquore alle ciliegie.
Salendo in alto, si vedono delle porte lungo il perimetro (dei passaggi segreti) che conducono sul sentiero di rocce ed ulivi che circonda esternamente le mura del castello. Consiglio spassionato, fermatevi a bere una spremuta d’arancia da The History Man, un posticino magico.
Giorno 5 Palácio Nacional da pena. Prima ed importantissima cosa da dire, è di stare molto attenti a dove vi porta il navigatore. Se vi conduce verso una strada sterrata, non imboccatela, perché alla fine troverete due pilomat ad aspettarvi e con molta fatica sarete costretti a tornare indietro. Seguite il pullman 434 (o prendete il pullman 434 che parte dalla stazione di Sintra) che vi porterà direttamente al palazzo. Il mio consiglio, è quello di andare in settimana perché nel Week-end, il rischio è di trovare davvero troppa gente.
Una volta parcheggiato, abbiamo preso il biglietto che comprende il giro nel parco e la parte esterna del palazzo per 7€ a persona. A mio parere, è la soluzione ideale per vedere il parte del palazzo, le mura e lo splendido giardino circostante, nel quale ci siamo persi ad osservare piante di ogni genere e dimensione.
Giorno 6 Belem. La parte di Lisbona che ho preferito, con grandi prati dove sdraiarsi ad oziare, magari con un sacchetto di pasteis de nata appena sfornato dalla pasticceria Pasteis de belem!! Con tanti ristorantini tipici e la bellezza della torre di Belem affacciata sul mare. Una giornata qui è all’insegna del relax. Da vivere da vero Portoghese, passeggiando mano nella mano e gondendo del sole e del venticello fresco.
Il comune denominatore di tutto il viaggio è stato il vento. Il vento FORTE, quello che in un modo o nell’altro ti scompiglia. Talmente forte che lava via anche i cattivi pensieri. A me ha spazzato via anche la password del computer al lavoro, quando sono tornata ho dovuto far resettare il pc. Possiamo davvero dire che ho staccato la spina!!!